Speciale Maker Faire 2014

Il giorno delle scuole, venerdì 3 ottobre 2014, un Education Day da record. Tra le tante iniziative un incontro nella sala Sinopoli del Parco della Musica di Roma, ampia ed articolata struttura realizzata dall’architetto Renzo Piano in grado di ospitare eventi d’ogni genere.
Esplosiva manifestazione di gioventù interessata, di insegnanti che tutto cercano di fare per il coinvolgimento dei ragazzi, di dimostrazione che la scuola ha una grande necessità di una svolta veloce e radicale. I – pochi – esempi d’eccellenza (che ci sono e in alcuni casi erano concretamente incontrabili) sono perlopiù tali perché professori illuminati, pazienti e generosi (essere presenti come istituto alla Maker Faire non ha aggiunto nulla al loro stipendio) si sono giocati in prima persona.
Sul palco coetanei provenienti dal mondo, ma anche dall’Italia, a dimostrare che il fenomeno maker può stimolare così tanto la creatività e l’inventiva che fin da adolescenti si può veramente innovare il mondo. Come? I racconti della loro esperienza parlano di scoperte biologiche di fondamentale importanza, di progetti adottati da multinazionali, di università che li hanno coinvolti come docenti. Cosa succederebbe in Italia se un diciassettenne salisse in cattedra in un politecnico secolare per sostituire il riconosciuto accademico di turno? Quanti professori e quanti laboratori sarebbero disposti a dare fiducia a un quattordicenne che pretende (dimostrando poi di avere ragione) che scaricando i dati liberamente reperibili in rete ed elaborandoli con un po’ d’iniziativa personale si ottengono risultati che consentono la lotta precoce ai tumori al seno? Eppure è realtà, accaduta e raccontata da piccoli protagonisti che sanno sbaragliare un intero mondo di orgogliosi adulti.
Una carrellata di foto e video, per concludere.

Un popolo di migliaia di ragazzi sta premendo all’ingresso per poter partecipare all’evento “20 under 20”

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In due minuti la sala è una festa di attenzione.

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Si alternano giovanissimi protagonisti provenienti dal mondo.

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…anche italianissimi, ma già conosciuti in ogni parte del mondo (il cravattino che indossa l’ha creato e modellato lui stesso)

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Anche la ministra della pubblica istruzione italiana è di poche parole: sorpresa, ma anche consapevole che i nostri sistemi educativi avrebbero di che imparare velocemente da paesi neppure troppo lontani.

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